In merito alla proposta di referendum abrogativo di parti della legge 157/92 sulla caccia, la cui raccolta di firme è iniziata ieri e che oggi è stata presentata in Campidoglio a Roma, la Cabina di regia del mondo venatorio, che riunisce Fidc, Anlc, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Eps e Cncn, ha diffuso un comunicato, nel quale afferma che “La proposta del Referendum 2021 “SÌ ABOLIAMO LA CACCIA”, promosso dall’omonimo comitato e oggetto di discussione oggi in una conferenza stampa dedicata in Campidoglio a Roma, rappresenta la più grossa minaccia alla preservazione della fauna, una minaccia ben più importante di quanto possa rappresentare la caccia.
La proposta di referendum, ricordiamo, è tesa all’abolizione di numerose parti della legge quadro sull’attività venatoria 157/92, ed è stata già profondamente criticata da altre associazioni anticaccia e di protezione ambientale; la proposta, inoltre, segue quella volta all’abolizione dell’articolo 842 del codice civile, ovvero l’articolo che consente l’accesso ai fondi privati durante l’attività venatoria. I proponenti oggi erano accompagnati in conferenza stampa esclusivamente da alcuni esponenti politici del Movimento 5 Stelle (assenti invece, benché annunciati, la Sindaca Raggi e personaggi del mondo dello spettacolo), mentre non è stata registrata la presenza di esponenti di altre forze politiche o associazioni ecologiste e animaliste. La Cabina di Regia delle associazioni venatorie riconosciute seguirà con attenzione il procedere di questa ennesima iniziativa volta a eliminare la caccia non per le sue eventuali ricadute sull’ambiente e la conservazione delle specie animali, ma perché ispirata solo da motivazioni ideologiche slegate da qualsiasi fondamento tecnico-scientifico e soprattutto prive di qualsivoglia conoscenza su come si articola e si svolge l’attività venatoria sostenibile e regolamentata nel nostro Paese. Ricordiamo in primis che l’esercizio venatorio costituisce per gli agricoltori e le pubbliche amministrazioni un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, al bestiame, ai danni alle infrastrutture e concorre al controllo delle specie invasive, danno per la biodiversità, gli habitat e gli stessi cittadini. Da ultimo, non meno importante, teniamo a ricordare ai promotori che il nostro Paese, che sta faticosamente uscendo da un terribile periodo di pandemia che ha messo in ginocchio cittadini, aziende e attività di vario titolo, non ha bisogno di iniziative di questo tipo volte ad affossare un settore legittimo che genera economia, occupazione e produce mezzo punto di PIL, ma dovrebbe favorire invece attività di concertazione tra mondi diversi (venatorio, ambientalista, agricolo) per la gestione comune del territorio e la tutela faunistica. Nel caso in cui questa ennesima iniziativa dovesse concretizzarsi, il mondo venatorio agirà prendendo i dovuti provvedimenti in linea con le azioni già intraprese in passato”.